Logo

Logo per il Servizio diocesano
per l’accoglienza dei fedeli separati
Arcidiocesi di Trani – Barletta – Bisceglie

Descrizione e commento del logo a cura di don Emanuele Tupputi

logo del servizio diocesano

Descrizione:

«La danza proiettata in avanti con quell’amore giovane, la danza con quegli occhi meravigliati pieni di speranza non deve fermarsi» (Amoris laetitia, 219).

Il logo del Servizio Diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati, prendendo spunto dal n. 219 dell’Esortazione apostolica Amoris laetitia sull’amore nella famiglia di Papa Francesco, vuole esprimere in modo stilizzato quel “sogno di Dio” realizzato dalla coppia creata a sua immagine e somiglianza (cfr. Genesi 1,27), nel gesto di danzare e avendo come sfondo la croce, fulcro del logo, che è innestata in una barca che simboleggia la Chiesa famiglia di famiglie, luogo di incontro e di crescita. Nella parte superiore della barca, poi, sono riportati tre verbi: accompagnare, discernere ed integrare. Il tutto poggia sulle onde del mare, che rappresentano la vita e le difficoltà che si possono incontrare nella vita di coppia.

 

Commento:

La Croce sormonta la barca a significare che Cristo è il grande architetto che fonda e guida la sua Chiesa (cfr. Mt 16,18) e che ha riconciliato ogni cosa in sé, riportando il matrimonio e la famiglia alla loro forma originaria (cfr. Mc 10,1-12) elevandolo a segno sacramentale del suo amore per la Chiesa. «Per cui da Cristo attraverso la Chiesa, il matrimonio e la famiglia ricevono la grazia necessaria per testimoniare l’amore di Dio e vivere la vita di comunione» (AL, 63). Il  colore giallo oro della Croce, vuole sottolineare che Cristo è “la luce del mondo” per non camminare nelle tenebre (cfr. Gv 8,12).

La coppia che danza intorno alla Croce vuole significare che i coniugi cristiani sono chiamati a conformarsi a Cristo e non adeguarsi alla mentalità di questo mondo «per poter discernere la volontà di Dio, ciò che è buono, a lui gradito e perfetto» (Rom 12,2). Ed altresì aiutare a comprendere che la vita di coppia quando è fondata e radicata sullo sguardo di Cristo, che sana e cura ogni ferita, fragilità ed ogni crisi, che se ben compresa «nasconde una buona notizia che occorre saper ascoltare affinando l’udito del cuore» (AL, 232), riacquista vitalità.

La barca sta a simbolegggiare la Chiesa che accoglie amorosamente ogni famiglia, ogni coppia in qualsiasi situazione mostrandosi madre «che, nel momento stesso in cui esprime chiaramente il suo insegnamento obiettivo, non rinuncia al bene possibile, benché corra il rischio di sporcarsi con il fango della strada. Una Chiesa capace di «assumere la logica della compassione verso le persone fragili e ad evitare persecuzioni o giudizi troppo duri e impazienti» (AL, 308), e maestra che vive il Vangelo della famiglia con “realismo evangelico”, passando da una pastorale delle strutture a una pastorale delle persone, e sa compiere un serio e fattivo discernimento pastorale carico di amore misericordioso e capace di «aiutare a trovare le strade possibili di risposta a Dio e di crescita attraverso i limiti» (AL, 305) e di percorrere la “via caritatis” (cfr. AL, 306-307).

I tre verbi “ACCOMPAGNARE – DISCERNERE – INTEGRARE che sono riportati sulla barca sono usati da Papa Francesco per affrontare le situazioni di fragilità o complesse e vogliono sintetizzare ciò che è scritto nel Cap. VIII dell’Esortazione Apostolica postsinodale Amoris Lætitia; essere un monito per realizzare in modo serio e rispettoso una pastorale accogliente e misericordiosa per «sostenere e risolvere situazioni di crisi e a discernere ed accompagnare, anche per tempi lunghi, situazioni irregolari» (Arcidiocesi di Trani-Barletta-Bisceglie, Libro Sinodale Costituzione n° 66) ed altresì alimentare i giusti atteggiamenti da intraprendere ed applicare nel Servizio diocesano per l’accoglienza dei fedeli separati per avviare un percorso canonico-pastorale, corretto e competente, cosi come è disposto dal Motu proprio di Papa Francesco Mitis iudex Dominus Iesus firmato il 15 agosto 2015 ed entrato in vigore l’8 dicembre 2015.

Le onde del mare, infine, vogliono simboleggiare le vicisitudini positive o negative che possono presentarsi nella vita di coppia. Sappiamo, infatti, che a  volte il mare potrebbe essere calmo e cullare piano la barca facendola avanzare diritta e senza troppi scossoni, così come gli eventi positivi della vita, per una coppia, creerebbero armonia ed equilibrio. Altre volte le onde del mare potrebbero essere tempestose e il moto ondoso potrebbe inclinare fortemente la barca fino a farla rovesciare, così come nella vita situazioni conflittuali potrebbero creare un pericoloso divario e una irreparabile frattura per la coppia. E nell’eventuale difficoltà si erge la Croce a tratti visibile per chi cerca rifugio in essa e a tratti nascosta per chi ottenebrato dal dolore non riesce a scorgerla. Il segreto sta che nella crisi più aspra possano entrambi i coniugi guardare alla Croce albero forte della barca/Chiesa per poter attingere forza e resistenza per non annegare. E se anche malaguratamente dovesse accadere, comunque la Misericordia del Signore mediante la Chiesa nelle onde tumultose della vita di coppia non mancherà di sostenerla in un cammino capace di accompagnare, discernere ed integrare ogni loro situazioni di fragilità.

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