IN FLORIDA (USA) CONGRESSO SULLA  SERVA DI DIO LUISA PICCARRETA

Il testo del saluto dell’Arcivescovo mons. Leonardo D’Ascenzo ai partecipanti al Primo Congresso internazionale “Unità nella Divina Volontà” Orlando (USA) 31 ottobre - 2 novembre 2025

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Ha avuto inizio il 31 ottobre a Orlando, in Florida (USA), il Primo Congresso Internazionale “Unità nella Divina Volontà”, dedicato alla Serva di Dio Luisa Piccarreta, la mistica coratina la cui spiritualità continua a ispirare credenti in tutto il mondo, che si concluderà il 2 novembre 2025.

Dall’Arcidiocesi e in rappresentanza di  Corato, città natale e centro spirituale di Luisa, sono don Vincenzo Bovino, parroco della chiesa di Santa Maria Greca, dove riposano le spoglie della Serva di Dio, Enza Arbore, presidente dell’Associazione “Piccoli Figli della Divina Volontà – Luisa Piccarreta”, insieme a Antonella Bucci e Carmela Vuolato.

Durante i tre giorni del congresso, i partecipanti prenderanno parte a conferenze, momenti di preghiera e incontri di fraternità, accomunati dal desiderio di approfondire il messaggio spirituale di Luisa Piccarreta e di viverne l’invito all’unità nella Divina Volontà.

Nel programma, anche l’intervento di don Sergio Pellegrini, Vicario generale della nostra arcidiocesi, nonché assistente spirituale dell’Associazione “Piccoli Figli della Divina Volontà – Luisa Piccarreta” e vice postulatore della causa di beatificazione, che ha offerto un contributo video ai partecipanti, condividendo una riflessione sul cammino spirituale di Luisa e sull’attualità del suo messaggio.

Per l’occasione, l’Arcivescovo di Trani-Barletta-Bisceglie-Nazareth, Mons. Leonardo D’Ascenzo, ha inviato un messaggio di saluto e di benedizione ai partecipanti, sottolineando come «non c’è tema più bello, per noi cristiani, di quello dell’unità e della comunione». L’Arcivescovo ha invitato a «coltivare la spiritualità di comunione e vivere la sinodalità come stile concreto di vita cristiana», ricordando che «solo nella comunione possiamo sperimentare la presenza di Gesù e credere in Lui».

«È un’occasione preziosa – commenta don Vincenzo Bovino – per far conoscere sempre più la figura di Luisa Piccarreta e il suo messaggio di abbandono totale alla Divina Volontà. Sentiamo la gioia e la responsabilità di rappresentare la nostra comunità in un incontro che unisce i figli spirituali di Luisa da tutto il mondo».

Il Congresso di Orlando si inserisce in un anno particolarmente significativo, nel quale si celebrano i 160 anni dalla nascita di Luisa Piccarreta, e sarà un segno di  comunione universale, testimoniando come Luisa Piccarreta da Corato continui a parlare al cuore dei fedeli di ogni parte del mondo.

 

Saluto dell’Arcivescovo mons. Leonardo D’Ascenzo ai partecipanti al Primo Congresso internazionale “Unità nella Divina Volontà” Orlando (USA) 31 ottobre – 2 novembre 2025

 

Saluto tutti i presenti con affetto.

Un saluto di cuore a tutti, a Sua Eccellenza Reverendissima Mons. John Gerard Noonan Vescovo di Orlando, ai presbiteri, ai consacrati, alle famiglie, a tutti i laici che partecipano al Primo Congresso internazionale negli Stati Uniti dal titolo “Unità nella Divina Volontà”. Saluto con gratitudine gli organizzatori del Congresso e in modo particolare i coniugi Sigg. Jeff e Mary Zirkle e la Sig.ra Alejandra Acuña che ho conosciuto in occasione del Convegno svoltosi a Corato nell’aprile scorso.

Come dicevo in quell’occasione, il 2025 segna un anniversario importante: i 160 anni dalla nascita della serva di Dio Luisa Piccarreta. Ed è molto bello ritrovarsi insieme a riflettere sul tema della “Unità nella Divina Volontà”. Per noi cristiani e per noi discepoli di Gesù non c’è tema più bello che quello dell’unità, della comunione, dell’essere una cosa sola nel professare la nostra fede, nel vivere la nostra vita secondo i valori del Vangelo, nel darne testimonianza e nel desiderio di camminare insieme.

Nella Chiesa, sacramento della comunione con Dio e di tutto il genere umano (Cf. Concilio Vaticano II, Costituzione Dogmatica Lumen Gentium, n. 1), siamo chiamati, con l’aiuto dei sacramenti e soprattutto dell’Eucaristia, a vivere relazioni di comunione. La prima e necessaria condizione perché possiamo accogliere quello che il Signore ha in cuore per noi – la Divina Volontà – è proprio la comunione. Lo sappiamo bene, senza la comunione, non possiamo andare da nessuna parte, non possiamo dirci ed essere Chiesa. Sentiamoci chiamati a mettere in pratica le parole pronunciate qualche anno fa da Papa Francesco che vogliamo ricordare: «Non sprecate il tempo prezioso in chiacchiere, diffidenze e contrapposizioni» (Discorso, 15 ottobre 2022). A volte nella Chiesa, nelle nostre comunità, succede anche questo. Per favore – diceva Papa Francesco – non sprecate il tempo! Il tempo non possiamo viverlo bene se non costruendo comunione.

È necessario nella nostra vita, nei nostri gruppi, nelle nostre Chiese, coltivare la spiritualità di comunione e avere come metodo la sinodalità. Spiritualità è un concetto concreto, indica la vita concreta, quella di tutti i giorni, animata dallo Spirito Santo.

Ciò significa che la vita non può che essere vissuta nella comunione, seguire Gesù camminando insieme. Insieme pregare, riflettere, discernere, agire. Tutti insieme, vescovi,

presbiteri, consacrati, laici, gruppi, associazioni. Non ci sono strade da percorrere in modalità solitaria, la comunione è condizione necessaria per sperimentare la presenza di Gesù e credere in Lui. Se non c’è comunione, tra di noi non possiamo sperimentare la presenza di Gesù, non è possibile conoscere Gesù, non è possibile credere in Lui. È necessaria la comunione! “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome – ha detto Gesù – lì sono io in mezzo a loro” (Cf. Mt 18,20).

Per fare esperienza di Gesù, per credere in Lui, per testimoniarlo, non abbiamo prima di tutto bisogno di crescere in genialità, intelligenza, strutture, strategie, cose tutte buone, abbiamo soprattutto bisogno, come condizione irrinunciabile, di crescere in comunione, se veramente vogliamo trasformare questo tempo di prova che stiamo vivendo; un tempo molto bello per certi aspetti e contemporaneamente per altri aspetti è un tempo difficile, segnato da violenza, da guerre combattute con le armi, guerre commerciali, guerre economiche, ma noi sentiamo la chiamata e il desiderio di impegnarci nel dare il nostro contributo perché l’umanità, il mondo, gli ambienti in cui viviamo possano costruire comunione.

Chiediamo al Signore di aiutarci a sentire forte il desiderio di camminare insieme, mettendo ciascuno, sé stesso, a servizio di tutti in un progetto comune.

Queste riflessioni sono particolarmente valide in questo tempo in cui, come ci ha detto Papa Francesco, il cammino della sinodalità – il cammino che siamo chiamati a vivere e a fare insieme – è il cammino che Dio si aspetta dalla Chiesa del terzo millennio. La sinodalità, infatti, è dimensione costitutiva della Chiesa. Quello che il Signore ci chiede, in un certo senso, è già tutto contenuto nella parola “Sinodo” (Cf. Francesco, Discorso in occasione della Commemorazione del 50.mo anniversario dell’Istituzione del Sinodo dei Vescovi, 17 ottobre 2015).

Nel cammino sinodale – che è questo cammino insieme, cammino che Papa Francesco ha voluto in modo particolare in questo tempo per la Chiesa e che tutti noi potessimo vivere – la “conversazione nello Spirito”, che tutti noi abbiamo imparato a vivere, ci aiuta a metterci in ascolto, in ascolto reciproco tra di noi, per ascoltare ciò che lo Spirito Santo vuole comunicarci. È evidente che come Chiesa, senza l’ascolto degli altri e dello Spirito, non possiamo costruire il cammino da percorrere.

A riguardo Papa Leone XIV in occasione del Giubileo delle équipe sinodali e degli organismi di partecipazione ci ha esortato tutti dicendo: «nella Chiesa, prima di qualsiasi differenza, siamo chiamati a camminare insieme alla ricerca di Dio, per rivestirci dei sentimenti di Cristo; (…) Questo ci aiuterà ad abitare con fiducia e con spirito nuovo le tensioni che attraversano la vita della Chiesa – tra unità e diversità, tradizione e novità,

autorità e partecipazione -, lasciando che lo Spirito le trasformi, perché non diventino contrapposizioni ideologiche e polarizzazioni dannose. Non si tratta di risolverle riducendo l’una all’altra, ma di lasciarle fecondare dallo Spirito, perché siano armonizzate e orientate verso un discernimento comune» (Omelia, 26 ottobre 2025)

Solo a partire da questa modalità di relazione, da questo stile assimilato e praticato, possiamo, attraverso il discernimento, arrivare a delle scelte condivise che sono la nostra risposta da vivere e realizzare, da vivere nella Divina Volontà e continuare a camminare insieme.

Carissime e carissimi, augurandovi di vivere questi giorni, sperimentando la bellezza di essere una sola famiglia nell’unità della Divina Volontà, vi saluto e benedico di cuore.