“TUTTI PRESI DALLA LOGICA DEL DONO”

Omelia dell’Arcivescovo in occasione della Festa di S. Nicola il Pellegrino - Trani, Cattedrale, 31 luglio 2022

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“TUTTI PRESI DALLA LOGICA DEL DONO”

Omelia dell’Arcivescovo in occasione della Festa di S. Nicola il Pellegrino

Trani, Cattedrale, 31 luglio 2022

Omelia Festa San Nicola luglio 2022

La città di Trani, circa mille anni fa, accolse un giovane pellegrino proveniente da Stiri, in Grecia, di nome Nicola, riconoscendolo testimone del Vangelo, testimone dell’amore di Dio. Oggi, chiediamo a lui di intercedere per la nostra Diocesi, per le nostre famiglie, per la nostra Città e per il mondo intero perché sappiamo accogliere l’amore e il perdono di Dio per condividerlo poi con i nostri fratelli e sorelle.

Domandiamo al nostro Santo Patrono di allontanare il pericolo di somigliare al personaggio del vangelo (Lc 12,31-21) che nella sua supponenza e arroganza pensa di poter fare qualcosa di così grande, da meritare in cambio la vita eterna. Crede di essere un grande ma non capisce che la vita è un dono e non dipende dalla sua capacità, dalle sue doti, dalla sua bravura ottenere la vita eterna. Ricordiamocelo sempre, e lo ricordino anche coloro che sono chiamati a legiferare in questo ambito così importante e delicato: la vita è un dono e nessuno può decidere quando accoglierla e quando rifiutarla, come nessuno può decidere quando non è più il caso di lasciarla continuare ad esistere. La vita non può che essere accolta, coltivata, rispettata e, quando manifestasse fragilità nella malattia, negli anni che passano, va ancora di più amata, curata e accompagnata. Come ci ricordava Papa Francesco nel messaggio per la giornata degli anziani e dei nonni: accanto ai piani di assistenza, i nostri anziani hanno bisogno anche di progetti di esistenza!

Vogliamo ora fermarci a riflettere e pregare lasciandoci guidare in particolare dalle parole di Gesù che abbiamo appena ascoltato: “Una cosa sola ti manca”.

Una cosa sola ci manca. Quando riflettiamo sulla nostra vita, quando ascoltiamo il nostro cuore, probabilmente dobbiamo costatare che sentiamo mancarci tante cose e, probabilmente, per questo sentiamo insoddisfazione, scontentezza, tristezza.     Spesso la percezione di noi stessi è quella di chi si sente creditore nei confronti della vita, della società, degli altri e, a volte, anche nei confronti della chiesa: ho ricevuto un torto, subìto un danno, non sono stato riconosciuto e apprezzato per quello che sono e per quello che ho fatto, mi sento poco gratificato per quello che valgo…

Gesù, invece, vuole portarci su un altro piano, desidera che riusciamo a guardare con occhi diversi la realtà e avere un cuore capace di sentire in modo diverso. Una cosa sola ci manca. Sempre ci manca e ci mancherà una cosa, non da ricevere ma da donare. Si, perché questa è la verità di ogni persona. Ognuno di noi è destinatario di tanto bene, di tanta vita, della vita, di tanto amore. Anche se tutti fossero contro di noi, se dovessimo attraversare i momenti più bui della storia dell’umanità, San Nicola ci ricorda che rimane sempre vera e valida l’invocazione Kyrie eleison: Signore pietà. Signore so che sei amore infinito, bontà e misericordia che non so misurare, continua a donarmi il tuo amore, il tuo perdono.

Un cristiano, un discepolo di Gesù non può essere paralizzato dal sentirsi perennemente in debito con tutti e con tutto. Che non ci accada di essere persone che hanno cominciato a seguire Gesù, o che lo seguono chissà da quanto tempo ma non hanno ancora cominciato a vivere la logica dell’una cosa sola ti manca.

Ci aiuti, San Nicola il pellegrino a comprendere che prima c’è bisogno di vivere con la consapevolezza che siamo debitori gioiosi e convinti, sereni e timorati nei confronti di Dio, della vita, dei fratelli e sorelle, soprattutto i più poveri, e per loro siamo chiamati a vendere quello che abbiamo, a donare quello che siamo, ad essere generosi e gratuiti per davvero e non solo in apparenza e poi, solo poi, come dice Gesù nel Vangelo, possiamo seguirlo, dirci suoi discepoli.

Il nostro Santo Patrono, senza nulla, solo una croce in mano e due parole sulle labbra, Kyrie eleison, ci ha lasciato l’esempio di come vivere la nostra storia nel dono di sé e nell’annuncio dell’amore. Quante persone, anche in questo tempo così incerto, difficile, di crisi sociale, ambientale, economica, sanitaria, danno una straordinaria testimonianza di serenità e gioia che provengono dall’alto e, anche nella loro semplicità, povertà economica, mancanza di possibilità, di risorse, pregano e vivono il Kyrie eleison. Contemporaneamente ci sono anche altre persone che, singolarmente o in gruppo, avrebbero bisogno di una buona dose di umiltà e sincerità per confrontarsi con l’essenzialità evangelica di San Nicola e superare invidie, gelosie, egoismi, chiusure, gestione dei beni e del denaro non rispettosi della persona e in contraddizione con gli insegnamenti del Signore Gesù.

Permettetemi di ricordare, per affidarlo al Patrono principale della nostra Arcidiocesi, un passaggio  di ciò che ho condiviso il mese scorso all’ assemblea diocesana di fine anno pastorale. Nel maggio 2021, i Vescovi italiani, rispondendo all’invito di Papa Francesco, hanno avviato con tutte le Diocesi un percorso sinodale. Tutti sono stati invitati a partecipare attraverso una consultazione ampia e capillare nel biennio 2021-2023.

È diventato sempre più chiaro il desiderio di avviare una nuova esperienza di Chiesa. Prima ancora dei documenti, sarà questa stessa esperienza di “cammino” a farci crescere nella “sinodalità”, a farci vivere cioè una forma più bella e autentica di Chiesa.

Emerge il desiderio di una Chiesa come “casa di Betania” aperta a tutti: Una Chiesa che ha il sapore della casa, dice il titolo dei nostri Orientamenti Pastorali diocesani. Il  prossimo anno, con tutte le chiese che sono in Italia apriremo, così sono stati chiamati, tre cantieri.

Il primo riguarderà l’ascolto di quegli ambiti che sembrano essere rimasti in silenzio o inascoltati nell’anno appena passato.

Il secondo cantiere parte dalla convinzione che le comunità cristiane attraggono quando si configurano come “case di Betania”. Emerge il desiderio di una Chiesa che abbia come modello di riferimento quello familiare più che quello aziendale. Per questo sarà importante ascoltarci sull’effettiva qualità delle relazioni comunitarie e sull’ esperienza di fraternità e di partecipazione corresponsabile come spinta alla missione. Sarà importante esaminare anche la questione degli spazi di corresponsabilità femminile all’interno della comunità cristiana.

Il terzo cantiere riguarderà l’ascolto e il confronto sul come è possibile, nei vari servizi ecclesiali, vincere l’affanno e radicare meglio l’azione nell’ascolto della Parola di Dio e delle persone.

Sicuramente San Nicola il pellegrino ci sosterrà e camminerà con noi.

Ringrazio tutti coloro che hanno contribuito all’organizzazione di questa festa patronale, sia nell’ambito religioso che civile. Ringrazio il Comitato festeggiamenti per il servizio attento e generoso. Saluto caramente e auguro alla cittadinanza una buona festa con l’auspicio che lasci nel nostro cuore semi di bontà e di vita vera.